Le straordinarie sculture mani di Lorenzo Quinn hanno catturato l’attenzione di visitatori e amanti dell’arte in tutto il mondo. Situate a Venezia, le sculture di Lorenzo Quinn rappresentano un perfetto connubio tra tradizione e modernità, portando un messaggio profondo sulla fragilità della nostra città lagunare. Queste mani giganti, che sembrano emergere dalle acque del Canal Grande, sono un’opera che invita alla riflessione e all’ammirazione.
Il progetto, intitolato Support, è stato inaugurato durante la 57ma Biennale d’Arte di Venezia, il 13 maggio. Le due mani enormi, alte circa 9 metri e pesanti 2,5 tonnellate ciascuna, sono state posizionate in modo da sembrare che sorreggano il prestigioso Ca’ Sagredo, un hotel di lusso che si affaccia sul Canal Grande. Questa scultura non è solo un’opera d’arte, ma un vero e proprio richiamo a considerare la vulnerabilità di Venezia, minacciata dai cambiamenti climatici e dall’incuria dell’uomo.
Lorenzo Quinn, figlio dell’attore hollywoodiano Anthony Quinn, ha voluto con questa opera esprimere l’amore e la protezione verso Venezia. Le mani, che fungono da simbolo di aiuto e sostegno, sono state modellate utilizzando quelle di suo figlio, attribuendo così un significato ancora più profondo e personale all’opera. Quinn stesso ha affermato che le mani hanno il potere di amare, odiare, creare e distruggere, a seconda delle intenzioni umane.
La scelta di utilizzare materiali moderni per realizzare queste mani rappresenta un contrasto interessante con la monumentalità classica che richiama alla mente opere di grandi scultori come Michelangelo. Infatti, Lorenzo Quinn ha dichiarato di essere stato ispirato da artisti come Bernini e Rodin, ma anche dal grande Michelangelo, al punto da recarsi personalmente alle cave di Carrara per selezionare il marmo delle sue opere.
Le mani di Lorenzo Quinn non solo abbelliscono Venezia, ma creano anche un forte impatto visivo e emotivo. La loro presenza invita a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità della città. L’opera lancia un messaggio universale: è nostro dovere proteggere non solo Venezia, ma anche il nostro pianeta e tutte le città ricche di arte e cultura. Ogni visitatore che si avvicina a queste sculture non può fare a meno di percepire il richiamo a costruire ponti piuttosto che muri, in un momento in cui le divisioni sembrano prevalere.
In occasione della 58ma Biennale, l’artista ha presentato una nuova installazione, intitolata Building Bridges, composta da dodici mani gigantesche che si intrecciano formando un simbolico ponte all’Arsenale Nord. Questa scultura invita a superare le barriere e a coltivare valori di amicizia, saggezza e amore. Le mani, che si cercano e si sfiorano, rappresentano un invito a unirci e a lavorare insieme per un futuro migliore.
Le mani di Lorenzo Quinn sono diventate un’icona di Venezia, attirando visitatori da tutto il mondo. Oltre alla loro significativa presenza artistica, queste sculture offrono anche l’opportunità di riflessioni più profonde sul nostro impatto ambientale e sul nostro rapporto con la natura. Sono un monito a preservare non solo la bellezza di Venezia, ma anche quella del nostro pianeta.
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